
La visualità dirompente è talvolta fine a sé stessa, ma colloca comunque “1917” tra i prodotti più interessanti di questo martoriato 2020.
1917 – S. Mendes
Due soldati attraversano la no man’s land con lo scopo di impedire che l’avanguardia britannica si lanci in un’offensiva suicida. Mendes li segue in un ininterrotto piano sequenza di 119 minuti. Bello e fasullo, come un lingotto di tungsteno.
★★★☆☆
Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn – C. Yan
Joker molla Quinn. Quinn si taglia i capelli, saccheggia Gotham City e apre un banco dei pegni. Il bello del film: a un certo punto finisce.
★☆☆☆☆
Il buco – G. Gaztelu-Urrutia
Dall’attico di una prigione gli chef calano attraverso il buco una piattaforma carica di cibo. Esaurite le scorte, i prigionieri si scannano. Alle-gore-ia che denuncia l’ineguaglianza sociale in chiave rawlsiana. Metafora verticale bilanciata da una piattezza didascalica.
★★☆☆☆