Twin Peaks 3 – il finale spiegato

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Non sono in pochi ad essere rimasti perplessi davanti all’enigmatico finale della 3° stagione di Twin Peaks. L’epopea lynchiana si chiude di schianto, con un grido e un blackout, per poi scivolare nei suadenti titoli di coda in cui Laura Palmer sussurra qualcosa all’orecchio dell’agente Cooper.

Come sono andate le cose, in realtà? Propongo qui la mia personale interpretazione.

Cominciamo col dire che Laura Palmer non è un semplice essere umano. Essa viene creata, sotto forma di globo aureo, dal Fireman (episodio 8) per contrastare le forze del male, scatenate in seguito all’esperimento nucleare eseguito nel New Mexico. La compagna del Fireman, Señorita Dido, spedisce Laura nel mondo reale.

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Señorita Dido con Laura Palmer/globo aureo.

Come sappiamo, Laura non ha molta fortuna; finisce preda di due genitori posseduti da due spiriti malvagi, Leland/BOB e Sarah/Judy.

Nella prima serie, Laura viene uccisa dal padre. In questa terza serie, l’agente Cooper viaggia indietro nel tempo fino alla notte in cui Laura venne uccisa e la salva, modificando il futuro (infatti vediamo il cadavere di Laura Palmer, avvolto nella plastica sulla riva del lago, scomparire nell’episodio 17). Tuttavia, Laura Palmer viene sbalzata (non si sa da chi; forse dal Fireman, forse da Judy) in un’altra dimensione e prende il nome di Carrie Page.

Nell’episodio 18 vediamo Cooper e Diane guidare per 430 miglia (numero suggerito dal Fireman nell’episodio 1) e attraversare un varco dimensionale in prossimità di un elettrodotto. In questa terza serie, l’elettricità funge spesso da mezzo di trasporto inter e intra-dimensionale, per ogni tipo di entità (come ho scritto in un altro post).

Dopo un rapporto sessuale con Diane in un motel, Cooper si sveglia confuso. La donna è scomparsa e gli ha lasciato un biglietto d’addio, firmato da “Linda” per “Richard”. I nomi sono il secondo dei tre indizi che il Fireman annuncia nel primo episodio, e rivelano che le precedenti identità di Cooper e Diane, dopo aver attraversato il varco dimensionale, sono definitivamente compromesse.

Anche la personalità di Cooper ne risente: a tratti premuroso e ligio come il Dale Cooper che tutti conosciamo, a tratti freddo e brutale come il suo inquietante doppelganger. Malgrado ciò, Cooper guida fino a Odessa e qui trova Carrie Page. La convince a intraprendere un lungo viaggio che li porterà fino a Twin Peaks. Cooper la conduce fino alla casa natale, che ha il numero 708.

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Phillip Jeffries nella sua accattivante nuova veste.

Nell’episodio 17 Phillip Jeffries, diventato nel frattempo una gigantesca teiera meccanica, aveva suggerito a Cooper proprio il numero 708 per rintracciare “Judy”.

Laura però non riconosce la propria casa natale. Cooper appare disorientato e inerme (un po’ come lo spettatore).

Quindi si sente la voce di Sarah, madre di Laura, che la chiama dall’interno della casa illuminata. Laura sembra infine ricordare chi è e prorompe in un grido disperato: le luci della casa si spengono e partono i titoli di coda.

Poiché Sarah è in realtà Judy; poiché Laura è l’essere destinato a contrastare le forze del male, di cui Judy è l’emblema; poiché l’energia elettrica, che in questa serie funge da mezzo di trasporto inter-dimensionale, viene a mancare d’improvviso in seguito al grido di Laura; ergo, la mia interpretazione è che Laura Palmer abbia sconfitto Judy chiudendo il varco dimensionale e confinandola quindi nella dimensione di Twin Peaks, che è una dimensione parallela rispetto a quella che conosciamo.

A supportare questa tesi c’è forse l’etimologia. Infatti Gordon Cole, nell’episodio 17, parla di Judy come di una “potente forza negativa” conosciuta nella mitologia cinese come jiaode 叫得, locuzione che significa appunto “gridare”, “urlare” o “chiamare”. È plausibile che Laura, “chiamandola”, abbia in qualche modo annichilito o depotenziato Judy.

Dunque, sostanzialmente un lieto fine.

Una soluzione fantasiosa? Possibile. Ma è meglio non dimenticare che si parla di Twin Peaks. Inoltre, sono molte le religioni che assegnano alla parola e al linguaggio un valore magico, un potenziale occulto. Dalla Cabala ai Ching, passando per il celebre “In principio erat Verbum”…

Se così è, nei titoli di coda viene forse mostrato il flashback che racconta il momento in cui Laura sussurra all’orecchio di Cooper l’ingegnosa strategia con la quale i due annienteranno Judy.

Twin Peaks: tre elementi chiave per comprendere la 3° stagione

Bello e impossibile. Così, con questa triviale citazione rubata al mondo della musica leggera, si potrebbe riassumere l’universo di Twin Peaks, affascinante e complesso come un sistema fisico a interazioni multiple.

Per una spiegazione esauriente non basterebbe un libro, ma offro qui tre elementi chiave che possono aiutare a comprendere lo sviluppo tematico e narrativo della 3° stagione.

1° Dualità

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Il mondo descritto da Lynch è duale e manicheo: esiste una netta separazione fra forze del bene e forze del male, Loggia Bianca e Loggia Nera, positività e negatività. La dualità fondamentale della realtà non impedisce tuttavia la compenetrazione dei due elementi, o la conversione del bianco in nero, o del nero in bianco.

Anzi, di fatto l’intera storia racconta la lotta di multiple forze doppie che si fronteggiano. BOB e MIKE; Cooper e il suo doppelganger; il Fireman (in Italiano, tradotto come Fuochista) e Judy; i vari tulpa, entità create ad immagine e somiglianza di persone reali allo scopo di assolvere una precisa funzione: Dougie Jones, la falsa Diane, il falso Maggiore Briggs e probabilmente anche la famosa Annie Blackburn, che ricorderete se avete visto la 2° serie.

2° Fuoco

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Il fuoco è un elemento ricorrente in Twin Peaks. Associato in prevalenza (o quasi esclusivamente, mi pare) con la Loggia Nera e le forze del male.

“Fire walk with me” è una strofa del mantra che BOB ripete ossessivamente. Ed è anche, ovviamente, il titolo del lungometraggio del 1992. I woodsmen, creature demoniache nate dal fuoco (il test nucleare in New Mexico), chiedono fuoco (per fumare). Nella mappa di Hawk sono rappresentati pericolosi incendi. Puntata 11, la Signora Ceppo avvisa il vice-sceriffo: “There’s fire where you are going”.

Il principio benigno che si oppone alle forze demoniache, che abita e governa la Loggia Bianca, in precedenza conosciuto come “Gigante”, è presentato nella 3° serie come Fireman, l’uomo del fuoco o fuochista, che in inglese significa anche “pompiere”, colui che spegne gli incendi…

3° Elettricità

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Twin Peaks descrive un mondo agitato dalla lotta, sovente invisibile, fra forze positive e negative. Ebbene, negatività e positività sono due caratteristiche dei campi elettrici, e l’elettricità – elemento cruciale in questa 3° stagione – rappresenta un campo idealmente neutro, che può essere percorso o sfruttato da entrambe le forze in gioco.

Luci elettriche che si spengono e si accendono sono topoi ricorrenti nella filmografia di Lynch: lampadine, semafori, lampioni. Proprio attraverso una presa elettrica Cooper riesce a tornare nel mondo reale, e sempre attraverso una presa elettrica recupera la memoria. Judy utilizza l’elettricità come mezzo di trasporto fra diverse dimensioni. Cooper e Diane varcano un cancello dimensionale in prossimità di un elettrodotto. Richard Horne muore fulminato da una trappola preparata per BOB.

La serie, non a caso, si chiude con un improvviso black out che colpisce la casa di Laura Palmer non appena la donna riconosce la sua abitazione.