I migliori film del 2022

Vortex. Rimando alla recensione di Gangi/Chieppa per OC.

Francia e Argentina protagoniste, come ai mondiali. Apre e chiude la classifica l’Argentina, con il crudelissimo Vortex di Noé, chiude il leggero ma sfizioso Finale a sorpresa. Nel mezzo la sorpresa Saint Omer, recensito per Ondacinema. Ho scritto anche di Nope e Un eroe, gli altri li commenterò a breve.

Flop dell’anno il celebrato Crimes of the future di Cronenberg, che mi ricorda Il giuoco delle perle di vetro di Hesse: scritto con le intenzioni di realizzare un capolavoro, ed è semplicemente la summa di lavori precedenti (che erano migliori). Un lavoro un po’ pedante, un po’ scalcagnato, intelligente in ogni pagina (inquadratura) ma con vari difetti di scrittura e coesione che ne minano il valore.

Classifica:

Red Rocket. Molti l’hanno trovato sottotono, per me è la commedia dell’anno.

1.Vortex (Gaspar Noé)

2.Memoria (Apichatpong Weerasethakul)

3.Licorice pizza (Paul Thomas Anderson)

4.Nope (Jordan Peele)

5.Saint Omer (Alice Diop)

6.Red Rocket (Sean Baker)

7.Esterno notte (Marco Bellocchio)

8.The Fabelmans (Steven Spielberg)

9.Un eroe (Asgar Fahradi)

10.Finale a sorpresa (Gastón Duprat, Mariano Cohn)

Top di categoria:

Van Hoytema non delude in Nope.

Miglior regia…Gaspar Noé (Vortex)

Miglior attore…Simon Rex (Red Rocket)         

Miglior attrice…Tilda Swinton (Memoria)

Miglior sceneggiatura…Alice Diop, Amrita David, Marie NDiaye (Saint Omer)

Miglior colonna sonora…Jonny Greenwood (Licorice Pizza)

Miglior fotografia…Hoyte van Hoytema (Nope)

Miglior montaggio…Sean Baker (Red Rocket)

Miglior opera prima…Laura Samani (Piccolo corpo)

Rivelazione dell’anno…Alana haim (Licorice Pizza)/Gabriel la Belle (The Fabelmans)

Miglior uso del colore…Claire Mathon (Saint Omer)

Noi – J. Peele, 2019

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La figura del doppelgänger rispecchia gli effetti della marginalizzazione culturale ed economica nel contesto della società statunitense (U.S.).

Già nel brillante esordio “Scappa-Get Out,” Jordan Peele aveva saputo rimodellare la filmografia di genere in chiave militante, innestando in una cornice romeriana il riflesso dell’America contemporanea. E parlando di riflessi, proprio la virtù della specularità conquista in “Noi” una preminenza prospettica che dirige ogni sforzo critico e interpretativo.

Meno coeso e allusivo rispetto al film precedente, “Noi” trova il proprio punto di forza (e forse anche il proprio limite) nella fiera concettualità che governa e pervade il contenuto, chiamando lo spettatore al compito dell’enigmista. Di certo, Jordan Peele si cimenta nella realizzazione di un’opera ambiziosa, abitando la filmografia di genere come un ospite perturbante che la trasfigura dall’interno per restituirci qualcosa di più sinistro rispetto alla finzione orrorifica, ovvero uno specchio della realtà.

★★★☆☆

La recensione completa su Ondacinema.