[41] Nicolas Winding Refn. La vertigine del fato

Estratti e riferimenti dal mio prossimo volume (in uscita per Falsopiano nel 2022).

Ma Winding Refn non condivide il cinismo di Herzog. Mentre la religione attecchisce sulla povertà e l’ignoranza, innescando inedite spirali di violenza, Valhalla Rising racconta il martirio subito dalla forza (One-Eye) per salvare l’innocenza (Are). Nell’enigmatico finale i nativi si ritirano, lasciando Are davanti a un oceano non più rosseggiante e minaccioso, ma placido e turchino. La natura, ormai placata dal sacrificio, si dissolve in colli verdeggianti e bianche nebbie in cui traluce, come per incanto, il volto di One-Eye.

[40] Nicolas Winding Refn. La vertigine del fato

Estratti e riferimenti dal mio prossimo volume (in uscita per Falsopiano nel 2022).

Il riferimento più puntuale per comprendere Valhalla Rising è senz’altro Aguirre, il furore di Dio (Werner Herzog, 1983), storia del conquistador Aguirre (un inestimabile Klaus Kinski), che in Amazzonia usurpa un drappello e si lancia in una terra ignota in cui le forze ostili ai naviganti si confondono con i loro demoni interiori.

Aguirre

[37] Nicolas Winding Refn. La vertigine del fato

Estratti e riferimenti dal mio prossimo volume (in uscita per Falsopiano nel 2022).

Alto a sx, La valle delle api. Il resto, Valhalla Rising

In maniera analoga a quanto fa František Vláčil nello splendido Údolí včel (La valle delle api, 1967), la croce si mischia e confonde con l’elsa della spada, segnalando uno smembramento che è prima di tutto interiore, spirituale. A un livello puramente geometrico i due bracci della croce compongono un incrocio, un conflitto, che separa lo spazio in quattro angoli, generando tensione.

[35] Nicolas Winding Refn. La vertigine del fato

Estratti e riferimenti dal mio prossimo volume (in uscita per Falsopiano nel 2022).

Charles Bronson ne Il giustiziere della notte.

La medesima parabola narrata in Valhalla Rising, la nascita della giustizia per mezzo della violenza, viene raccontata ne Il giustiziere della notte (Michael Winner, 1974), opera ambigua e controversa, pluricitata in Bronson come una delle migliori interpretazioni di Charles Bronson (quello vero, l’attore).

Nel film di Winner, la morte della moglie per mano di un teppista spinge Paul Kersey (Charles Bronson) a imbracciare la Colt Police Positive e regolare i conti con la teppa newyorchese. Tutto lì ruota intorno alla discrepanza tra legalità e giustizia, a cominciare dall’arma di Paul, tradizionalmente in dotazione dei corpi di polizia.

Se il “desiderio di morte” (Death Wish, il titolo originale) per Paul Kersey significa morte degli altri, in Valhalla Rising assume per One-Eye una dimensione riflessiva, autologa, giustificata e nobilitata dal sacrificio, che illumina (come anche in Bronson, ma con diverse sfumature e intenzioni) il lato generativo della violenza. La citazione obliqua de Il giustiziere della notte è soltanto uno dei numerosi ponti che uniscono le bolge carcerarie di Bronson alle paludi infernali di Valhalla Rising.

La disturbante scena dello stupro ne Il giustiziere della notte.

[34] Nicolas Winding Refn. La vertigine del fato

Estratti e riferimenti dal mio prossimo volume (in uscita per Falsopiano nel 2022).

Le modalità del racconto di Valhalla Rising sono quelle fascinose e terrificanti del sublime, che non è “null’altro che l’annunzio sacrificale dell’etico in campo estetico” (Lyotard, 1991, 137). Insomma un’opera di difficile classificazione, a meno di ricorrere alla categoria del mito, che in questo caso non è un reperto del passato ma un’ipotesi di futuro.

[33] Nicolas Winding Refn. La vertigine del fato

Estratti e riferimenti dal mio prossimo volume (in uscita per Falsopiano nel 2022).

In Valhalla Rising (2009) non esiste civitas: né città né civiltà. Brigate nomadi di cristiani e pagani scorrazzano armate in un mondo pre-sociale, pre-simbolico, da cui è interamente espunto il genere femminile.