i miei libri

Nicolas Winding Refn. La vertigine del fato

Prefazione di Roberto Lasagna

L’approccio metodologico di Rudi Capra lo potremmo definire ermeneutico nella sua versione più vasta e ricca. Questo tipo di approccio, oltre a necessitare di una completa padronanza degli strumenti di analisi, richiede anche una cultura molto vasta con conoscenze letterarie, filosofiche e scientifiche. Capra utilizza questa metodologia in modo molto originale nell’affrontare l’opera del regista danese come se fosse un unico grande testo filmico. La sua chiave di lettura parte dal verso di Eschilo “la ferrea vertigine del fato” tratto dal Prometeo incatenato. Abbinandovi la struttura narrativa di Le città invisibili di Italo Calvino, Capra individua e definisce sette elementi interpretativi che fungono da vere e proprie traiettorie che si espandono lungo tutta la cinematografia refniana: fatalismo, mitologia, feticismo, cinefilia, immaginario, civitas, violenza. Solo illustrandovi sinteticamente questo approccio si capisce bene la complessità metodologica da far tremare i polsi a chiunque e che Capra, al contrario, governa con grande maestria riuscendo a mettere in luce i vari aspetti delle singole pellicole e fornendo al lettore dei punti di vista originali.

Antonio Pettierre

I flauti del cielo. Quattro divagazioni sul tema della filosofia comparata

Prefazione di Marcello Ghilardi

Non una pacifica esplorazione ma un’avanscoperta bellicosa, in sardonica guerrilla con alcuni baluardi della tradizione filosofica occidentale: le leggi e il linguaggio della metafisica, la concezione stabile e unitaria dell’identità personale, il modello tragico della volontà, il pregiudizio antropocentrico e l’asservimento della natura al dominio della tecnica. Senza la pretesa di comporre un discorso esaustivo o sistematico, Capra recupera soprattutto Nietzsche e il Wittgenstein delle Ricerche Logiche in una (auto)critica comparativa, per mostrare in quali modi il pensiero correlativo delle filosofie orientali possa integrare e talvolta superare le impasse del pensiero antitetico.

Restando lontano da ogni stile paludato o inutile accademismo, ma mantenendo il rigore dei riferimenti, evitando di appesantirsi in rimandi intertestuali eccessivi, nel vano tentativo di inseguire la sterminata letteratura critica che ogni tema potrebbe richiamare, il discorso che Rudi Capra dipana va incontrato e attraversato con lo stesso brio che lo anima. Talvolta – ed è questo il caso – la densità di una questione filosofica può essere affrontata con il volo lieve del passero, non solo con la gravità della nottola che, giungendo sul far della sera, vuol considerare l’intero svolgimento della Storia.

Marcello Ghilardi