[29] Nicolas Winding Refn. La vertigine del fato

Estratti e riferimenti dal mio prossimo volume (in uscita per Falsopiano nel 2022).

Alto a sx e basso a dx, Pusher 3. Alto a dx e basso a sx, Pusher II.

L’idea stessa di chiusura, affine ai concetti di blocco, sbarramento, angustia, soffocamento, rigidezza, claustrofobia, si manifesta a livello visuale nella bolgia stroboscopica delle piste techno, nel rosso asfissiante delle camere a ore, negli squallidi retrobottega. I personaggi non abitano l’ambiente, è piuttosto l’ambiente ad abitare i personaggi colorandoli della stessa angustia, la stessa virulenza che domina luci, spazi e colori della cinematografia.

[28] Nicolas Winding Refn. La vertigine del fato

Estratti e riferimenti dal mio prossimo volume (in uscita per Falsopiano nel 2022).

La droga impone un consumo vampiresco, maniacale e disumanizzante, che trasforma il consumante in consumato.[1] Ma Tonny (Pusher II) preferisce la legge naturale della paternità alla legge (paterna) che impone il vampirismo tossicomanico. È quindi costretto a distruggere la legge perversa, incarnata dalla figura simbolica del padre. Sotto la scorza pulp, emerge la struttura di un classico racconto di formazione che narra il difficile passaggio dall’eteronomia (la legge degli altri) all’autonomia (la legge di sé stessi).


[1] Impossibile non riportare a questo riguardo i vampiri tossicomani di Abel Ferrara, The Addiction, 1995.

[27] Nicolas Winding Refn. La vertigine del fato

Estratti e riferimenti dal mio prossimo volume (in uscita per Falsopiano nel 2022).

La tossicomania funge da surrogato della sessualità, sostituendo al piacere reciproco del godimento sessuale il piacere solipsistico dell’appagamento compulsivo. Ne abbiamo sintesi visiva in un’altra memorabile scena, questa volta in Pusher II: Tonny, che già nel primo film vanagloriava la propria potenza sessuale, viene deriso e respinto da due prostitute che lo sfottono per il “cazzo da hobbit.” Prova a eccitarsi con le mani, con un porno, pippando coca, spargendola sul pene come quando si sala la minestra, ma non riesce a mettere insieme un’erezione decente. Loro mettono insieme uno spettacolino lesbico, ma Tonny si irrita quando sente la parola “mamma”, iniziando un alterco che conduce a un comico scambio di battute: “Shut up, you’re interrupting!” / “I’m fucking paying for this!”

[24] Nicolas Winding Refn. La vertigine del fato

Estratti e riferimenti dal mio prossimo volume (in uscita per Falsopiano nel 2022).

Pusher II. Nel microcosmo criminale in cui si muove Tonny (Mads Mikkelsen), governa i rapporti una serrata competizione fallica, oppressiva, ansiogena, resa sul piano visuale con molteplici rimandi: ciminiere, nunchaku, spade disegnate, pale eoliche, stecche da biliardo e infine la candela nel babelico striptease.