Estratti e riferimenti dal mio prossimo volume (in uscita per Falsopiano nel 2022).

La medesima parabola narrata in Valhalla Rising, la nascita della giustizia per mezzo della violenza, viene raccontata ne Il giustiziere della notte (Michael Winner, 1974), opera ambigua e controversa, pluricitata in Bronson come una delle migliori interpretazioni di Charles Bronson (quello vero, l’attore).
Nel film di Winner, la morte della moglie per mano di un teppista spinge Paul Kersey (Charles Bronson) a imbracciare la Colt Police Positive e regolare i conti con la teppa newyorchese. Tutto lì ruota intorno alla discrepanza tra legalità e giustizia, a cominciare dall’arma di Paul, tradizionalmente in dotazione dei corpi di polizia.
Se il “desiderio di morte” (Death Wish, il titolo originale) per Paul Kersey significa morte degli altri, in Valhalla Rising assume per One-Eye una dimensione riflessiva, autologa, giustificata e nobilitata dal sacrificio, che illumina (come anche in Bronson, ma con diverse sfumature e intenzioni) il lato generativo della violenza. La citazione obliqua de Il giustiziere della notte è soltanto uno dei numerosi ponti che uniscono le bolge carcerarie di Bronson alle paludi infernali di Valhalla Rising.
