
Talmente brutto che va visto.
Tranne che per una trascurabile aggiunta, il soundtrack rimane quello del “Cats” originale, filtrato attraverso una (in)sensibilità teen pop che impasta melodie e timbri in una indistinta farina sonora. Le coreografie, di per sé dimenticabili, sono svilite dalla regia nevrotica di Hooper che colleziona inquadrature come figurine, senza mai concedere continuità e respiro. Ma l’aspetto catastrofico di “Cats” è l’utilizzo amatoriale della computer-grafica. Il design dei personaggi è tremendo, il pelo digitale semplicemente cringe, gli sfondi sono posticci come le alghe di plastica negli acquari, gli effetti pietosi, le proporzioni sballate.
Primo indiziato alla vittoria dei Razzie 2020 con 9 nominations, “Cats” riesce nella difficile impresa di mettere d’accordo pubblico e critica: un disastro.
★☆☆☆☆
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