Estratti e riferimenti dal mio prossimo volume (in uscita per Falsopiano nel 2022).

In Bleeder, Leo viene incatenato e appeso in un magazzino abbandonato (sentito omaggio a Tobe Hooper, Non aprite quella porta, 1974), gli viene iniettato del sangue sieropositivo, quindi viene slegato. Al risveglio si incammina verso un orizzonte aperto, luminoso, tra i pochi campi lunghi di un film giocato prevalentemente in interni, e prevalentemente angusti.
È un segnale: dopo avere lungamente aspirato alla dimensione eroica, prefigurata dalla clip di Vigilante (William Lustig, 1982), Leo, vittima dei propri demoni come il protagonista di un’altra clip, Maniac (Id., 1980), viene trasfigurato in un nuovo essere, ennesimo aspetto prefigurato da una clip (Il mostro è in tavola… Barone Frankenstein, Paul Morrissey, 1973).