I flauti del cielo. Quattro divagazioni sul tema della filosofia comparata

In questo libro recupero soprattutto Nietzsche e il Wittgenstein delle Ricerche Logiche in una (auto)critica comparativa, per mostrare in quali modi il pensiero correlativo delle filosofie orientali possa integrare e talvolta superare le impasse del pensiero antitetico. Il titolo è tratto dalla parabola dei “flauti del cielo” nello Zhuangzi, una delle opere più importanti della letteratura mondiale.
Ziqi disse: “Quando la Grande Zolla emette il suo respiro vitale, noi lo chiamiamo vento. Come esso si leva, grida selvagge si alzano dalle diecimila cavità. Non dirmi che non l’hai mai sentito? Gli alberi delle foreste montane, alti cento e più spanne, sono crivellati di fessure e cavità che assomigliano a nasi, bocche, orecchie; ad anfore, coppe, mortai; a polle, a pozzanghere.” […]Ziyou disse: “Così, i flauti della terra sono il suono di queste cavità e i flauti degli umani sono i pifferi di bambù. Cosa sono, dunque, i flauti del cielo?”Ziqi disse: “Soffiano attraverso le diecimila differenze, permettendo a ciascuna di suonare da sé. Ma se ognuna suona da sé, chi le suona?”
Zhuangzi, parabola dei “flauti del cielo”
Proprio il carattere inudibile e non classificabile della musica celeste rende possibile il dispiegamento delle infinite sonorità udibili e classificabili. I flauti del cielo differiscono alla inesauribile alterità che abita oltre i limiti di ogni orizzonte contestuale. Una danza barbara che risuona nel buio al di là delle mura.
Il volume partecipa alla danza con quattro divagazioni tematiche dedicate a temi fondamentali della filosofia. Il primo capitolo tratta il tema dell’identità e dell’essere con riferimento alla metafisica occidentale e al buddhismo indiano. Il secondo capitolo prosegue l’analisi dell’identità in ottica personale, presentando una galleria di ritratti del sé delineati dalle tradizioni greca, giudaico-cristiana, Yogacara e cinese. Il terzo capitolo allaccia il tema del sé al concetto di volontà, confrontando le strategie che hanno guidato l’affermazione, la negazione o l’armonizzazione delle pulsioni. Il quarto stabilisce un paragone preliminare tra armonia e identità per indagare il rapporto tra umanità e natura in una prospettiva storico-filosofica.
Per un lettore digiuno di filosofia, rappresenta una corposa introduzione; per il lettore avvezzo, un invito a tracciare insieme nuovi percorsi e traiettorie nella grande mappa della cultura.
Con l’orecchio teso nel buio.
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