Estratti e riferimenti dal mio prossimo volume (in uscita per Falsopiano nel 2022).

È difficile non sovrapporre la parabola di Pusher a un altro spettacolare personaggio del cinema anni ’70, il James Caan protagonista di The Gambler (in italiano, 40,000 dollari per non morire, tra i tanti scempi perpetrati da titolisti e montatori italiani in quegli anni, Karel Reisz, 1974). Caan interpreta Axel Freed, un professore universitario di letteratura inglese affetto dal vizio del gioco. Come Frank, Axel si sottomette a una legge più ferrea e profonda della razionalità, quel circuito (ancora una volta una dimensione ciclica, incarcerante) ormonale di dopamina, adrenalina e serotonina che accompagna il gioco d’azzardo.
L’epilogo è comune a entrambi i film, un inquietante primo piano. L’uno grondante sangue davanti allo specchio, narcisisticamente orgoglioso della traccia che gli solca il volto. L’altro catturato da una carrellata circolare, asfissiato dalla luce cruda e giallastra dei neon. Due primi piani che testimoniano l’implacabile discesa di un uomo trascinato dalle pulsioni.
