[61] Nicolas Winding Refn. La vertigine del fato

Estratti e riferimenti dal mio prossimo volume (in uscita per Falsopiano nel 2022).

Winding Refn è riuscito nel suo intento, girare un film “incentrato su un personaggio demascolinizzato, che regredisce fino a tornare nel ventre di sua madre.” Ci torna attraverso le mani, ovvero le sue appendici libidinali. La mutilazione finale non è da considerare un castigo quanto piuttosto un dono articolato nei due feticci principali dell’opera, spada e mani virili. In una via eminentemente Lacaniana, la preclusione al godimento della madre, fondata dall’istanza paterna, sancisce un accordo fra legge (del padre) e desiderio (del figlio), che potrà finalmente inverarsi nell’amore per Mai, nel tempo infinito del fuoricampo che si estende oltre la fine della storia.

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