Estratti e riferimenti dal mio prossimo volume (in uscita per Falsopiano nel 2022).

Quella che ha luogo in The Neon Demon è quasi una narrazione cromatica, che si articola per mezzo dei colori e attraverso le loro reciproche conversioni e opposizioni. Da una parte il bianco dello shooting e del casting, spazio incolore in cui il corpo di Jesse si staglia come un idolo, ammaliando prima il fotografo e poi lo stilista. Poi, a luci spente, il corpo pallido e virginale di Jesse diventa per il fotografo un materiale alchemico da trasformare in oro, elemento che più di ogni altro “ha un senso ascensionale, sacralizzazione del corpo profano, ed è il metallo legato alla trasformazione e alla duttilità, si sparge, si polverizza, si liquefà, evoca la luce che non è, gli astri che non possiamo toccare.”[1]

[1] Alessia Astorri, recensione online su Gli Spietati, 12 gennaio 2016.