Heaven Knows What – Safdie bros, 2014

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Arielle Holmes, interpretazione cruda e realistica che ricorda il cinema di Cassavetes. 

Storia vera di Arielle Holmes, eroinomane di 19 anni incontrata per caso nel diamond district durante la lavorazione di “Diamanti GrezziE che diventa la protagonista di questa travagliata storia di vagabondaggio e passioni autodistruttive.

La regia dei Safdie si colora di una sensibilità anni ’90 grazie alla cinematografia leggermente sovraesposta di Sean Price Williams, che si dipana a balzi e scatti come un album di istantanee. Un’estetica polaroid da cinema verité, che ricostruisce nella maestria dei piani ravvicinati la viscosità dolciastra di una dipendenza. Non solo alcol e droga ma un amore tossico, farmaco (pharmakon) nella duplice accezione originaria di medicina e veleno.

Malgrado la filmografia limitata il cinema dei Safdie esprime già una poetica definita, che con piglio realista e ritmo elettrico canta la simbiosi di libido e mortido in una New York babilonica, dove il piacere si mescola al dolore e la tragedia alla farsa.

★★★☆☆

La recensione completa su Ondacinema.

 

Diamanti Grezzi – Safdie bros, 2020 / Parte 1

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Forse la miglior prova in carriera per un clamoroso Adam Sandler.

La carrellata in apertura ci introduce dalle viscere della terra alle viscere di Howie Ratner, gioielliere ebreo di Manhattan indebitato per oltre centomila dollari che recupera illegalmente una gemma inestimabile. Pagata centomila dollari a due minatori etiopi e nascosta dentro un carico di pesce (altre viscere), dovrebbe andare all’asta e fruttare un milione. Mentre strozzini e allibratori si accaniscono sul povero schlemiel, angariato dalla moglie e ingelosito dall’amante, l’opale nero finisce (chissà per quanto) tra le mani di Kevin Garrett, stella NBA.

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Il surplus di guadagno alimenta un circolo vizioso di consumo  di beni di lusso inutili e kitsch.

Il parallelo tra sport, scommesse e capitalismo forma uno schema funzionale al ritratto di una società ferocemente competitiva, destinata a bruciare il surplus di guadagno nel consumo di orripilanti e inutili beni di lusso (i furby tempestati di gioielli) e nel soddisfacimento di compulsioni auto-distruttive (cocaina, gioco d’azzardo). Il denaro diventa allora l’oggetto di una mania pulsionale, come suggerito dai ripetuti accostamenti tra capitale e funzioni corporee: denaro e vomizione, vincite e desiderio sessuale, estrazione mineraria e colonscopia – mentre Freud, già un secolo fa, ravvisava una connessione diretta tra il piacere di trattenere le feci e quello di accumulare moneta.

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“Wow” commenta Howie alla recita della figlia, mentre la osserva vomitare denaro sonante.

[…] continua