[49] Nicolas Winding Refn. La vertigine del fato

Estratti e riferimenti dal mio prossimo volume (in uscita per Falsopiano nel 2022).

Alto a sx, Drive. Poi, tre elaborazioni vaporwave

La Los Angeles di Drive non sembra fatta di acciaio e asfalto ma di uno strano mix di urbanità ed esotismo: skyline notturne, fuoriserie che sfilano verso la spiaggia, file di palmeti, squallidi motel, in uno spettro che va dal rosa al viola, spaziando tra celeste, ciclamino, fucsia, arancio, argento e oro. Esattamente le caratteristiche del vaporwave, un’estetica che fonde template digitali, icone pop, design anni ’90, grafica 2D e 3D, paesaggi metropolitani, neon, palme e tramonti.

[48] Nicolas Winding Refn. La vertigine del fato

Estratti e riferimenti dal mio prossimo volume (in uscita per Falsopiano nel 2022).

In Drive non c’è alcuna pretesa di realismo. Prendiamo la sequenza del pestaggio di Cook: sceso con un martello appresso a una buia scalinata (l’ennesima catabasi), Driver fa il suo ingresso in un camerino pullulante di ragazze nude tra gli specchi, con mobilio e moquette rosse. I personaggi, così come la storia e tutto ciò che la riguarda, galleggiano in un alone fiabesco, da miniatura medievale o libro illustrato, che sembra togliere loro peso e consistenza.

[47] Nicolas Winding Refn. La vertigine del fato

Estratti e riferimenti dal mio prossimo volume (in uscita per Falsopiano nel 2022).

La Los Angeles stilizzata e glamour di Drive è l’unico luogo al mondo in cui l’officina di un meccanico è più pulita di un centro estetico. La lenta carrellata che ci introduce nel laboratorio di Shannon (il mitico Bryan Cranston di Breaking Bad) non inquadra una chiave inglese fuori posto, né macchie d’olio o catrame. Le carrozzerie sono integre, le scocche lucidate, i cavi dei manometri diligentemente arrotolati, i cerchioni scintillanti. Le automobili (quasi esclusivamente modelli da corsa) sono parcheggiate in parallelo, puntualmente allineate, e si offrono allo sguardo con la sfacciata perfezione di modelle in un book fotografico.

[46] Nicolas Winding Refn. La vertigine del fato

Estratti e riferimenti dal mio prossimo volume (in uscita per Falsopiano nel 2022).

Terza influenza cinefila per la realizzazione di Drive, il fantasmagorico esordio di Michael Mann, Strade violente. Storia di un ladro d’alto bordo (il titolo originale è Thief), l’iracondo James Caan, che vede sfumare il sogno di una vita e una famiglia normale quando rimane invischiato in un sordido giro di malavitosi. Come ho scritto altrove, a Strade violente

Drive non scippa solo il motivo narrante, ma anche il romance cavalleresco nato nei coffee shop, le notti metropolitane illuminate al neon, le sequenze oniriche commentate dall’ambient elettronica (i Tangerine Dream), gli scoppi di violenza improvvisi e inarrestabili tra gli spazi residenziali, le camere ammobiliate.[1]


[1] https://birdmenmagazine.com/2021/06/14/drive-winding-refn/

[45] Nicolas Winding Refn. La vertigine del fato

Estratti e riferimenti dal mio prossimo volume (in uscita per Falsopiano nel 2022).

Altra ispirazione, The Driver (Walter Hill, 1978), un neo-noir astratto ambientato in una cupa Los Angeles, che oppone un silenzioso autista per rapine (il biondo e laconico Ryan O’Neal, anche qui un personaggio senza nome accreditato come Driver), a un arrogante e prolisso detective (Bruce Dern), con una misteriosa Isabelle Adjani a fare da terzo incomodo.

[44] Nicolas Winding Refn. La vertigine del fato

Estratti e riferimenti dal mio prossimo volume (in uscita per Falsopiano nel 2022).

Sx, Le samourai. Dx, Drive

Importante ispirazione per Drive è Frank Costello faccia d’angelo (Jean-Pierre Melville, 1967), dove un glaciale Alain Delon fa il killer a pagamento. Come ogni eroe melvilliano, anche il Gosling di Drive è “un uomo di un altro tempo che realizza il proprio destino in un mondo che ha già lasciato” (Mandelbaum 2010). Anche il film di Melville è un noir metropolitano dominato dai silenzi, in cui l’unica etica possibile è un’etica guerriera votata al sacrificio, come suggerisce anche il titolo originale, Le Samouraï.

[43] Nicolas Winding Refn. La vertigine del fato

Estratti e riferimenti dal mio prossimo volume (in uscita per Falsopiano nel 2022).

La mascella prominente di Nino, il naso affilato e gli occhi liquidi, quegli “occhi senza vita, occhi di bambola” descritti in Lo Squalo (Steven Spielberg, 1977), evocano anche visivamente le fattezze di uno squalo, come d’altronde l’acconciatura e le movenze di Bernie. In inglese, gli strozzini si definiscono appunto loan-sharks. Come suo solito, Winding Refn gioca con rimandi simbolici, e se il protagonista è uno scorpione, gli antagonisti sicuramente sono squali.

[42] Nicolas Winding Refn. La vertigine del fato

Estratti e riferimenti dal mio prossimo volume (in uscita per Falsopiano nel 2022).

In basso a dx, Irréversible

In Drive, la natura psicotica di Driver (Ryan Gosling) è sintetizzata nella celebre sequenza dell’ascensore. Un bacio romantico e una testa spappolata – ispirata dal Gaspar Noé di Irréversible, regista che Winding Refn ha definito “maestro delle teste spappolate”. In alto a dx, Driver volge le spalle (definitivamente) a Irene, mostrando la sua vera natura trapuntata sull’iconico giacchetto: lo scorpione.

[41] Nicolas Winding Refn. La vertigine del fato

Estratti e riferimenti dal mio prossimo volume (in uscita per Falsopiano nel 2022).

Ma Winding Refn non condivide il cinismo di Herzog. Mentre la religione attecchisce sulla povertà e l’ignoranza, innescando inedite spirali di violenza, Valhalla Rising racconta il martirio subito dalla forza (One-Eye) per salvare l’innocenza (Are). Nell’enigmatico finale i nativi si ritirano, lasciando Are davanti a un oceano non più rosseggiante e minaccioso, ma placido e turchino. La natura, ormai placata dal sacrificio, si dissolve in colli verdeggianti e bianche nebbie in cui traluce, come per incanto, il volto di One-Eye.

[40] Nicolas Winding Refn. La vertigine del fato

Estratti e riferimenti dal mio prossimo volume (in uscita per Falsopiano nel 2022).

Il riferimento più puntuale per comprendere Valhalla Rising è senz’altro Aguirre, il furore di Dio (Werner Herzog, 1983), storia del conquistador Aguirre (un inestimabile Klaus Kinski), che in Amazzonia usurpa un drappello e si lancia in una terra ignota in cui le forze ostili ai naviganti si confondono con i loro demoni interiori.

Aguirre